sabato 17 agosto 2013

Dio e famiglia

In questo mondo esistono anche società matriarcali. Per esempio, in Cina, vivono i Mosuo in cui gli uomini e le donne abitano insieme nella casa della matriarca. Qui non ci sono le cause di tutti i conflitti: i matrimoni. Quando la ragazza raggiunge la maggiore età ha diritto ad avere una camera tutta sua, in cui potrà ricevere l'uomo che le piace. In questa società non esistono neppure le parole "padre" e "marito".
Anche in Giappone esistono capifamiglia donne, per esempio le famose pescatrici Ama, che riescono a immergersi in mare fino a ottanta anni. Sono forti e indipendenti, e il loro nome deriva dalla dea Amatarasu.
Ovviamente, società matriarcali come queste non adorano divinità maschili, non hanno nessuna idea che Dio sia un Padre. Il che dimostra che i nostri concetti di una famiglia patriarcale e di un Dio Padre sono strettamente collegati e che la nostra idea di divinità è sempre condizionata dalla società in cui viviamo.
Si pensi dunque a quante idee di Dio (e di famiglia) si possono avere e a quanto sbaglino le maggiori religioni quando concepiscono l'Assoluto in termini maschili. Si tratta di semplici convenzioni, di proiezioni mentali e culturali. Si può benissimo concepire l'Assoluto non in termini di persona (che finisce per dover essere o maschile o femminile), ma in termini di realtà ultima e di trascendenza. Che c'entrano i padri e le madri di una determinata società?
Quando preghiamo Dio a chi ci rivolgiamo? A un'idea della nostra mente su ciò che dovrebbe essere Dio.
Solo nell'assenza di concetti ci possiamo avvicinare a questa realtà ultima.

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