venerdì 24 febbraio 2017

Gestire la rabbia

Chi è che non s’arrabbia? Tutti veniamo colti da un moto di irritazione quando qualcosa e o qualcuno ci sfida, ci offende, ci indigna, ci fa o dice qualcosa di male o ci infastidisce. E questo non una sola volta in una giornata, ma più volte. E non solo contro chi troviamo antipatico, ma anche contro chi amiamo.
Si tratta si una reazione istintiva e naturale che ha un enorme potere, negativo e positivo. Negativo perché ci fa star male e positivo perché fa affluire energie  che possono essere utili ad affrontare il problema.
L’energia è qualcosa di positivo, dato che senza energia non si fa niente, neppure le cose buone. Ma quella diretta male – contro gli altri e/o contro noi stessi – provoca sofferenze e danni.
Uno dei meriti della meditazione è insegnare a gestire la rabbia, in modo da utilizzare la sua energie senza produrre effetti spiacevoli.
La difesa fondamentale è prenderne coscienza:  “Io sono arrabbiato; in me fluiscono pensieri e sensazioni negative. Questa persona, questa situazione, mi irrita, ecc.”
Il secondo passo è capire che quel fuoco brucia innanzitutto noi stessi, e ci fa star male fisicamente e psicologicamente. È come gettare dei carboni ardenti contro qualcuno - prima di tutto, ci bruceremo le mani. Ciò dev’essere chiaro immediatamente, proprio perché ci siamo già preparati.
Se in quel momento, ispireremo ed espireremo profondamente e con calma, perché così siamo abituati a fare, creeremo un’interruzione nella dinamica della rabbia, che incomincerà a sbollire.
Il nostro scopo non è né quello di reprimere la rabbia né quello ci lasciarla divampare, ma una via di mezzo.
Questo non significa che non dobbiamo reagire, significa che dobbiamo agire con la massima precisione ed efficacia. Il modello è quello del samurai che, quando viene attaccato e deve difendersi, sa farlo senza perdere la calma. L’esempio negativo, invece, è quello dell’energumeno che scende dalla macchina schiumante di rabbia brandendo il cacciavite e privo del lume della ragione; farà certamente del male a qualcuno e a se stesso.

Qui non si tratta di predicare l’amore (utopistico), l’arrendevolezza e la sottomissione, ma di agire in modo consapevole. Ecco perché, prima di muoversi, è necessario sviluppare un attimo di respiro consapevole.

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