giovedì 14 novembre 2013

Lo Stato della Chiesa

Abituàti come siamo ad essere un popolo di cortigiani, che si delizia di monarchi, di corti e di cerimonie fastose, non ci accorgiamo nemmeno dell'assurdità di avere una Chiesa-Stato.
Sappiamo tutti com'è nato questo Stato: i Papi erano feudatari come gli altri, con possedimenti terrieri, eserciti, ricchezze, donne, amanti, figli e naturalmente lotte per il potere. Questi feudatari non erano migliori degli altri: facevano guerre, giustiziavano la gente, avevano una polizia e facevano pagare tasse. Con l'opposizione dello Stato-Chiesa all'unità d'Italia e con l'occupazione di Roma da parte dell'esercito italiano (breccia di Porta Pia), il Papa si offese e si rinchiuse nei suoi palazzi. E chi risanò questa "ferita"? Guarda caso, Benito Mussolini, che con i Patti Lateranensi restituì alla Chiesa uno Stato, lo Stato del Vaticano.
Un dittatore, che aveva soppresso la democrazia, si sentì in dovere di ridare un territorio alla Chiesa, in cambio s'intende dell'appoggio del cattolicesimo al fascismo. E la Chiesa fu fascista.
Ma la domanda resta? Perché una religione deve avere uno Stato? Forse era a questo cui mirava Gesù duemila anni fa - costruire uno Stato con un esercito, una polizia, una banca, le galere, i giudici e quant'altro? Pensava così che si sarebbe attuato meglio il Regno di Dio?
Ovviamente non era così. Ma i cattolici non ci pensano neanche più. Per loro la religione è questa, non l'altra - quella di Gesù.

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