domenica 13 ottobre 2013

Spiritualità e repressione

Nel nostro precedente blog, "La delusione d'amore", abbiamo mostrato come la meditazione non serva soltanto a chi vive come un monaco certosino, ma è utile proprio al vivere sociale. Dobbiamo abbandonare, però, tutte le impostazioni dell'antica spiritualità ascetico-religiosa. Vi ricordate i "santi" che guardavano con orrore le donne tentatrici o che si lasciavano morire di fame? Ebbene, dimenticateli! Sono il vecchio paradigma che ha prodotto solo infelicità. Secondo loro, Dio voleva solo sacrifici. Il Creatore della vita e della sessualità voleva che non vivessimo e che non usassimo il sesso? Sarebbe un controsenso.
Questo è sicuro: chi è felice, soddisfatto o comunque sereno può essere molto più spirituale dell'uomo represso e infelice, dell'asceta o del "santo" che muore pieno di piaghe psicosomatiche e di desideri insoddisfatti.

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