mercoledì 22 maggio 2013

Vincere lo stress


Stress è una parola inglese che può essere tradotta come "tensione". Vivere è tendersi. Talvolta si dice che si può stressare un materiale fino a farlo spezzare - proprio come la nostra vita. Ma stress può anche essere la traduzione del sanscrito "dukkha", il termine usato dal Buddha quando dice che "la vita è dukkha". Dukkha viene di solito tradotto come "sofferenza", "insoddisfazione", "illusione", "disagio"... o anche "stress".
Chi lo può negare? Noi conosciamo benissimo lo stress. Quando siamo preoccupati o ansiosi, quando soffriamo, quando siamo sottoposti a pressioni o responsabilità eccessive, quando dobbiamo fare troppe cose, quando ci sembra di non farcela, di non essere all'altezza della situazione, di fallire... siamo sotto stress. Cioè, siamo tesi. Allora soffriamo, soffochiamo, siamo colti da mille paure o veniamo presi dall'angoscia, dalla disperazione o dal panico. .
Quando riusciamo a distenderci, a rilassarci, a dimenticare per un po' le preoccupazioni, ci rendiamo conto di che cosa significhi vivere stressati. In realtà, una certa quantità di stress è inevitabile, in quanto legata alla condizione esistenziale di incertezza e di confusione, di tensione e di distensione. Tutti dobbiamo passare attraverso , la crescita, l'apprendimento, le malattie, le disgrazie, le morti e l'invecchiamento. Il che significa che dalla vita non possiamo eliminare una certa dose di sofferenza.
Ma noi ci aggiungiamo del nostro: le sofferenze mentali. Se per esempio soffro perché non vengo riconosciuto, vengo tradito, vengo abbandonato, non vengo promosso, ho problemi di lavoro o non ho abbastanza soldi, la sofferenza che provo nasce dalla mia mente, non da un dolore provocato da un fattore esterno. Se ho un'ambizione o un desiderio che mi divora, non riuscire a raggiungere la mia meta mi provoca una sofferenza mentale che ben presto mi precipita in uno stato angoscioso che investe anche il corpo.
I sintomi dello stress mentale diventano sintomi fisici e ci rovinano l'esistenza e spesso anche la salute. Quanti infarti o altre malattie sono provocati non da incidenti fisiologici, ma da stress mentale? D'altronde, mente e corpo sono un tutt'uno. Purtroppo, nella società moderna, lo stress viene moltiplicato per mille, perché le nostre vite sono molto complicate e competitive-
Ecco perché la meditazione si propone di combattere lo stress. Non si tratta tanto di cercare la felicità, quanto di ridurre il più possibile i fattori di sofferenza, che sono sempre attivi. Ma, per poterlo fare, è necessario rendersi conto della loro presenza continua e non illudersi che si possa sempre vivere in uno stato di benessere o che si possa eliminare la sofferenza una volta per tutte. No, la sofferenza è costitutiva dello stato umano e dell'universo intero. Ogni cosa, ogni condizione, ogni stato d'animo, sorge, permane per un po' e svanisce. Siamo noi che gli attribuiamo gli attributi di buono o di cattivo, di piacevole o di spiacevole; ma si tratta di semplici onde che vanno e che vengono.
Bisogna insomma farsi uno sguardo "filosofico", capace di capire come la felicità o l'infelicità, la tensione o la distensione rispondano alle leggi cui rispondono tutte le onde: vanno e vengono, vanno e vengono. Noi possiamo ridurre il moto ondoso stando fermi e osservando le condizioni fisiche e mentali che sorgono e svaniscono. Possiamo addirittura diventare semplici osservatori del dolore e della felicità che investono tutti e noi stessi. Possiamo osservare la nostra stessa consapevolezza. E, in quei momenti, capiamo che cosa sia lo stato di quiete e di pace. E possiamo far diminuire lo stress personale e generale. Possiamo soprattutto ridurre gli inquinanti mentali. Questo è già un bel risultato.
Capire questo è capire tanto.

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