venerdì 7 gennaio 2011

Lo scopo della vita

Che cos'è la spiritualità? Che cosa non è, piuttosto! Se il fine dell'uomo fosse solo quello di produrre beni di consumo e di dilapidarli allegramente, di acquisire più cose possibili e di goderne, allora egli non sarebbe nient'altro che un consumatore e non dovrebbero esserci la miseria, la malattia, la vecchiaia e la morte; l'uomo vivrebbe come sotto l'effetto di una droga. Sono le realtà sgradevoli (le sofferenze) che ci dicono che la vita non può essere una festa - e nemmeno una tragedia, visto che qualche beneficio esiste. Le crisi continue, individuali e sociali, ci rivelano che la distribuzione dei beni (fisici, economici e mentali) è comunque squilibrata e ingiusta. Dunque, alla luce di tutto questo, quale può essere lo scopo della vita? Non certo la felicità, non certo l'edonismo - e neppure il contrario di queste cose, ma una distillazione e un'accumulazione (dal bene e dal male) di qualcosa che, non sapendo come altro definire, chiamiamo "spirito".


Questo significa essere spirituali. Tenendo d'occhio le dinamiche del piacere e del dolore, scegliere la via della visione chiara, dell'apprendimento e dell'evoluzione. Allora questo aprire gli occhi nell'esistenza, anche solo per un momento, acquista un senso...per chi riesce a tenere gli occhi abbastanza aperti.

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