domenica 16 gennaio 2011

La fine del mondo

Siamo alle solite. Per qualche uccello morto, ecco che qualcuno parla di fine del mondo, qualcun altro tira in ballo le profezie di Nostradamus e qualcun altro cita l'Apocalisse. E' proprio vero che l'uomo è un animale malato - ma malato di mente! - e basta niente perché riveli la propria malattia.


Svegliamoci: lasciamo perdere le profezie. La paura che abbiamo è la paura di morire e il nostro pessimismo nasce dal fatto che siamo infelici. Ma che differenza può esserci tra morire tutti insieme e morire uno alla volta? Non c'è bisogno dei profeti per sapere che per ognuno c'è comunque un'apocalisse: la malattia, la vecchiaia e la morte sono lì per tutti.

Tutto sommato, se il mondo finisse con un unico botto, ci sarebbero alcuni vantaggi: prima di tutto finirebbe una grande tensione (quella degli esseri viventi che sono costretti ad ammazzarsi a vicenda per sopravvivere) e poi non ci sarebbe più nessuno a piangere gli altri. E infine chi rimpiangerebbe l'umanità?

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