Il buon vecchio Diogene se ne andava in
giro per la città seminudo, viveva all’aperto e si rifugiava per la notte in
una botte. Faceva tutto davanti alla gente: si masturbava e defecava. E, tenendo
in mano una lanterna, diceva: “Cerco l’uomo!”.
Il suo problema è che questo uomo non lo
trovava mai. Non solo perché tutti si vestivano, si mascheravano e recitavano
una parte. Ma anche perché il sé di ciascuno è introvabile.
Togliendo una sfoglia sopra l’altra,
alla fine non rimaneva niente. Non c’era un nucleo solido e permanente, non c’era
nessun io, nessun uomo vero. C’erano solo idee, ruoli, sensazioni, abitudini.
Ma l’uomo non c’era mai.
Aveva un bel cercare, Diogene. La sua
ricerca era fallita in partenza. Il Buddha glielo avrebbe potuto spiegare.
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