Noi abbiamo la convinzione di essere
individui separati, ma, quando in una famiglia o in un gruppo sociale
particolarmente unito, qualcuno si sente male, anche gli altri ne soffrono. E
lo stesso avviene in casi di gioie e di successi di un membro; allora ci si
accorge che siamo tutti uniti.
Il fatto è che l’essere umano è
relazione, e ogni individuo è costituito da molti altri individui.
Più che di soggetti individuali,
dovremmo parlare di una comunità o di un soggetto collettivo. È come un’Idra
dalle mille teste: quando una viene ferita, tutte le altre ne soffrono. Ma, se
una testa viene recisa, l’Idra continua a vivere con le altre. Oppure è come un
fiume che avanza nel deserto: alcuni rami si perderanno nel nulla, ma non per
questo il fiume cesserà di avanzare, almeno fino a quando l’Idra avrà energia.
In effetti, l’universo è un tutto indissolubile,
una gigantesca rete di rapporti di causa ed effetto.
Purtroppo, noi vediamo i rapporti di
causa ed effetto che agiscono nel mondo fisico, mentre facciamo fatica a
riconoscere quelli che agiscono nel mondo mentale, morale e spirituale.
Il caso non esiste; è solo un nome che
diamo alla nostra ignoranza, alla nostra incapacità di vedere l’insieme.
È tuttavia vero che, con lo sviluppo
della consapevolezza, aumenta la capacità di svincolarsi dalle leggi deterministiche
e di trovare, a scatti, a salti, uno spazio di vera autonomia.
La libertà, l’autodeterminazione, non
sta all’inizio, ma da un certo punto in poi.
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