Per la maggioranza delle persone,
l’amore è l’attaccamento a determinati individui. Tutti hanno le loro
preferenze. Si ama il partner, si amano i figli, si amano i genitori, si ama il
proprio paese, si ama la propria casa… e, poi, ci si ferma lì.
Non è che queste cose siano sbagliate.
Ma sono solo il punto di partenza.
Bisogna capire che in realtà l’amore ha
un altro livello. Non è giudicante e non ha preferenze. E non coincide con un
legame particolarmente stretto solo con qualcuno. È un’estensione dall’amore-per-qualcuno
all’amore-per-tutti.
Certo, sembra essere più a livello
idealistico o astratto che realistico e concreto. Ma è un buon esercizio per
capire le nostre limitazioni e le nostre possibilità di universalizzarci, di ampliare
i confini dell’io.
Accettare, abbracciare, lasciar essere,
essere aperti, essere inclusivi: questo è un tipo di amore che si distingue da quello
che sceglie, si chiude, preferisce, discrimina ed è esclusivo.
Mentre il primo tipo di amore permette
ad ogni cosa di essere ciò che è e corrisponde alla consapevolezza non
giudicante, il secondo è l’amore dell’ego, che è sempre condizionato e dunque limitato.
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