giovedì 24 marzo 2016

L'amore equanime

Per la maggioranza delle persone, l’amore è l’attaccamento a determinati individui. Tutti hanno le loro preferenze. Si ama il partner, si amano i figli, si amano i genitori, si ama il proprio paese, si ama la propria casa… e, poi, ci si ferma lì.
Non è che queste cose siano sbagliate. Ma sono solo il punto di partenza.
Bisogna capire che in realtà l’amore ha un altro livello. Non è giudicante e non ha preferenze. E non coincide con un legame particolarmente stretto solo con qualcuno. È un’estensione dall’amore-per-qualcuno all’amore-per-tutti.
Certo, sembra essere più a livello idealistico o astratto che realistico e concreto. Ma è un buon esercizio per capire le nostre limitazioni e le nostre possibilità di universalizzarci, di ampliare i confini dell’io.
Accettare, abbracciare, lasciar essere, essere aperti, essere inclusivi: questo è un tipo di amore che si distingue da quello che sceglie, si chiude, preferisce, discrimina ed è esclusivo.

Mentre il primo tipo di amore permette ad ogni cosa di essere ciò che è e corrisponde alla consapevolezza non giudicante, il secondo è l’amore dell’ego, che è sempre condizionato e dunque limitato.

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