Quando guardiamo un film, ridiamo e
piangiamo, e proviamo tante altre emozioni. Se ci aggiungessimo il tatto, il
sapore e l’olfatto, non ci sarebbe più nessuna differenza rispetto alla realtà.
Allora non ci sarebbe più nessuna
differenza tra il film e la vita.
In effetti, noi viviamo in una specie di
film allucinatorio che si svolge nella nostra mente e che ci fa provare le
solite emozioni. Siamo come drogati.
Ma l’uomo ha (o avrebbe) la capacità di
staccarsi da questo film che gli passa interiormente e vedersi mentre guarda ed
è immerso in una simile rappresentazione di immagini, suoni, odori, sapori,
contatti, ecc. In altre parole può essere cosciente di ciò che gli succede.
Può guardarsi mentre è immerso in questo
film e può rendersi conto che anche lui è uno dei tanti personaggi (o persone)
che si agitano nello spettacolo generale. Ecco una prima forma di risveglio.
A questo punto, però, è necessario fare
un ulteriore passo avanti e diventare consapevoli del luogo – il teatro o il
cinema - in cui si svolge la tragicommedia della vita.
Questo luogo, questo contenitore, non è
qualcosa di esterno, ma è il suo stesso sé. Ecco il secondo risveglio.
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