La miseria del cristianesimo nasce
dall’attaccarsi all’esistenza concreta di un individuo. Senza quell’uomo, per i
cristiani non esiste più niente.
Come? Il messaggio di Gesù non sarebbe
più valido se Gesù non fosse mai esistito o se fosse stato solo un personaggio
di fantasia?
Ecco perché i cristiani sono sempre alla
ricerca di prove dell’esistenza di Gesù: pezzi della croce, chiodi, lenzuoli,
immagini, sangue e carne nell’ostia, ecc.
Non esiste religione più materialista:
credono addirittura di recuperare un giorno i loro corpi in carne e ossa. Non
si fidano dello spirito. Sono sempre legati a forme grossolane di realtà.
Cercano un individuo, non il suo
messaggio.
Sono sempre dipendenti da un uomo che
vorrebbero ritrovare almeno nell’aldilà. Insomma, senza il pastore, le pecore
si sentono perdute.
Ma le pecore si liberano solo quando crescono,
si rendono autonome e possono fare a meno del pastore.
E poiché Gesù è solo un ricordo lontano
e molto incerto, passano all’idolatria di Papi e di santi. In mancanza di
meglio, devono sempre adorare qualcuno, anche se molto grossolano.
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