martedì 24 novembre 2020

Samadhi

 

Tutto gira intorno alla coscienza: non solo la conoscenza ma anche l’ignoranza, non solo la verità ma anche la falsità. La coscienza ci permette di sapere che siamo esistenti, ma ci offre contemporaneamente una visione condizionata del mondo.

A noi sembra la facoltà suprema, ma anch’essa ci dà informazioni false e alla fine dovrà sparire insieme al corpo e alla mente. La meditazione dovrebbe riguardare proprio questo meccanismo.

Quando lo facciamo, diventiamo i testimoni della stessa coscienza spostandoci su un altro piano. Ma non per essere più coscienti; semmai per scoprire come si possa essere in assenza di coscienza.

Samadhi è superamento della coscienza.

In effetti il testimone della coscienza non ha coscienza di sé - del sé limitato - perché non ha né divisioni né sofferenza, perché si allarga il più possibile. In tal senso si libera delle immagini e dei concetti mentali.

Chi sa che la coscienza normale è limitata, si libera della coscienza di sé. La realtà ultima, per “essere”, non ha neppure bisogno di esistere e di essere cosciente.

 

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