venerdì 19 giugno 2020

Oltre le gioie e i dolori


Nel nostro ottuso ottimismo, noi crediamo che l’essere nati sia una fortuna, come aver vinto una lotteria. Uno spermatozoo su un milione è giunto alla meta e ha fecondato un ovulo! Ma, prima di nascere, prima di essere un io, avevamo forse qualche bisogno o qualche sofferenza? E, dopo, quante ne abbiamo?
Si dirà che, se non c’erano sofferenze, non c’erano nemmeno gioie, esperienze e coscienza, ed è vero. Ma ciò che c’era prima è esattamente lo stato eterno - da cui esce come una gittata lo stato della manifestazione con il suo dualismo.
Se dunque cercate l’immortalità e l’eternità, sapete da che parte andare. Ma, se cercate la “vita eterna”, sappiate che non esiste, che è una contraddizione in termini.
Il giochetto poi di dividere l’esperienza in due – quella buona e quella cattiva – sperando di accaparrarsi solo la parte che ci piace, è una pura illusione. Come sperare di separare la luce dal buio.

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