martedì 13 marzo 2012

Autoguarigione

Consapevolezza, presenza mentale e attenzione sono nomi diversi di funzioni che hanno lo stesso scopo: fare qualcosa con tutto il nostro essere. Dapprima possiamo concentrarci su noi stessi, rendendoci conto se siamo presenti in ciò che facciamo, pensiamo, osserviamo o sentiamo. Poi possiamo spostare l'attenzione alle persone che ci stanno intorno per capire i loro stati d'animo.
Un metodo semplice, ma potente, per ritrovare la propria presenza mentale è concentrarsi sul respiro. Restiamo consapevoli di quando inspiriamo e di quando espiriamo, dicendo per esempio “dentro” e “fuori” o “in” e “out”. In tal modo ritorniamo al qui e adesso, e recuperiamo la consapevolezza.
Una volta tornati a questa consapevolezza, esaminiamo se il corpo/mente è teso o disteso, contratto o rilassato, preoccupato o sereno. E scopriamone le cause.
Poiché la sofferenza è tensione, se siamo tesi, vuol dire che soffriamo. E di questa sofferenza dobbiamo diventare consapevoli riconoscendola e "abbracciandola". Tenendola al centro della nostra attenzione e abbracciandola con la consapevolezza, a poco a poco riusciremo a uscirne.

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