sabato 7 luglio 2018

Contemplare il deserto


Subito dopo lo Spirito lo condusse nel deserto, dove rimase quaranta giorni.
                      Marco, 1, 12

Quale strada non deve attraversare l’arido deserto prima di arrivare alla terra promessa?

                      Aurobindo, La scelta

Il deserto rimanda alla vastità, alla sconfinatezza, all’immobilità, al vuoto. Improvvisamente ti trovi di fronte a un grande palcoscenico dell’apertura e del silenzio, e sei tu stesso indotto a svuotarti dei pensieri e delle preoccupazioni quotidiane. C’è dunque un invito a liberarti e a ricrearti.
       Non c’è persona di una certa profondità spirituale che non abbia cercato luoghi deserti per raccogliersi e meditare.
       Noi non siamo abituati al vuoto e ne abbiamo paura, perché lo assimiliamo al non-essere e alla morte. Ma, prima o poi, dobbiamo fare i conti con esso.
       Non a caso quasi tutti i grandi mistici, i fondatori di religioni, hanno trascorso un periodo più o meno lungo nel deserto. E in esso hanno avuto a che fare con i fantasmi della loro mente: con i loro desideri, con le loro paure, con le loro tentazioni.
       Nel deserto sparisce il mondo agitato e frenetico delle nostre società, con le sue immagini, con il suo rumore e con la sua capacità di illusione, ed emerge la realtà millenaria dell’esistenza sulla terra.

Gioiosi nella solitudine, dediti alla calma mentale, alla meditazione e alla consapevolezza, dimorate in luoghi deserti.
                      Buddha

       Proprio qui, ti ritrovi di fronte ai miraggi. E scopri il potere proiettivo della mente.
Nel deserto devi subire gli attacchi delle tue ossessioni. Ma, se resisti, se riesci a prenderne le distanze, puoi scoprire quel vasto spazio di pace che è dentro di te, puoi cogliere ciò che regna sovrano prima di ogni altra cosa.
Contemplandolo, sei riportato indietro nel tempo, alle origini di questo pianeta, all’epoca in cui si formarono la terra e la vita.

Venite in disparte, in un luogo solitario, e riposatevi un po’.
                      Marco 6,31

Se resti immobile a osservare, a respirare, semplicemente a essere presente, dimentico di te stesso e delle tue preoccupazioni, ti liberi del peso della mente.
Guardati al cospetto dell’universo, dissolvi i tuoi limiti, scopri il tuo collegamento con il cosmo.
       Lontano da tutti, ritrova la tua essenzialità.
Per qualche istante, sei nel regno della luce e del silenzio.

Siediti in un luogo infinitamente spazioso, privo di colli, di alberi e di case. E lì sperimenta la fine delle tensioni della mente.
                      Tantra


Nessun commento:

Posta un commento