sabato 28 dicembre 2013

L'ambiguità di Gesù

Ognuno può ritagliarsi il Gesù che preferisce: quello buono o quello cattivo. La verità è che nei Vangeli sono presenti entrambi e, per secoli, il messaggio cristiano fu interpretato come un invito alla militanza contro chi aveva un'altra fede - la croce usata come una spada.
Per la maggior parte della sua storia il cristianesimo fu una religione sanguinaria. I cristiani si sentivano in dovere di prendere le armi per perseguitare e distruggere tutti coloro che avevano un altro Dio. Gesù era visto come un re che veniva a portare il suo dominio sulla Terra. Da qui nacquero le varie crociate contro gli "eretici" e contro i musulmani.
Nel 1098, i capi della crociata, spinti da un Papa imperialista e bellicoso, Urbano II, intendevano andare a riprendersi la Terrasanta che era stata occupata dagli "infedeli". E già che c'erano se la presero anche contro le comunità ebraiche in Europa. Incominciarono così i massacri di ebrei in varie città europee: Worms, Magonza, Treviri, Metz, Ratisbona, Praga, ecc. Come si vede, lo sterminio nazista di qualche secolo dopo non fu un'invenzione peregrina del solo Hitler, ma aveva solide radici - radici cristiane.
È vero che ci fu un santo come Francesco di Assisi. Ma diciamo la verità: non contò mai niente e fu sempre considerato un uomo fuori dal mondo. Ben piantati nel mondo erano invece santi come Bernardo di Chiaravalle, Tommaso d'Aquino, Caterina da Siena, re Luigi di Francia e Brigida di Svezia che invitarono alle crociate per combattere i nemici della loro fede. Quando nel 1217, Francesco cercò di recarsi in Francia, dove infieriva la crociata contro gli albigesi, fu subito bloccato dal cardinale Ugolino.
Ancora oggi, parecchi movimenti politici di destra, neofascisti o tea-party, considerano Gesù il loro vero condottiero. Come mai? Non hanno letto i Vangeli?
Li hanno letti, ma hanno preso il Gesù cattivo, quello che ordina ai suoi: "Chi non ha una spada, venda il mantello e ne compri una" (Luca 22, 36) o quello della parabola in cui si dice che il padrone "verrà e sterminerà quei vignaioli e darà la vigna ad altri" (Marco 12, 9) o quello del re che riferendosi a chi non gli ubbidisce ingiunge: "Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre, dove sarà pianto e stridore di denti" (Matteo 22, 13-14).
Insomma, ognuno può immaginarsi il Gesù che vuole: quello zuccheroso, tutto amore, o quello prepotente e vendicativo. Ma resta il fatto che nei Vangeli ci sono tutt'e due.

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