martedì 19 marzo 2013

Gli opportunisti


Lo sapete che, nei giorni del Conclave, la Rai ha cancellato, per ragioni di opportunità, lo sceneggiato Altri tempi che aveva come argomento le case chiuse? E lo sapete che i bigotti nostrani avevano anche chiesto - per fortuna senza ottenerlo - lo spostamento del filmato sui Borgia, dove in effetti si mostra a quale grado di abiezione fossero giunti certi "vicari di Cristo"?
Ma quanto sono sensibili i nostri dirigenti Rai!
D'altronde, una religione è sempre una costruzione mass-mediatica. Solo che un tempo, a creare i miti e l'ambiente religioso, c'erano i grandi pittori, come Michelangelo o Raffaello, mentre oggi ci sono le televisioni. Oggi le televisioni svolgono la stessa funzione di megafoni della fede di Stato, dell' "oppio dei popoli". Lo si vede bene in questi giorni, in cui sono proprio loro a orchestrare l'immensa campagna mediatica sulle elezioni del nuovo pontefice. Sono loro che trasmettono notte e giorno immagini delle cerimonie religiose. C'è stato fin dall'inizio un vero amore tra televisione e religione, due mezzi che fanno a gara per spargere oppio.
Avrei una proposta da fare per le prossime festività pasquali, in cui saremo inondati dai soliti film mielosi su Gesù e san Francesco: proiettare il documentario Mea maxima culpa di Alex Gibney in cui si racconta la storia di Lawrence Murphy, un prete che fino agli anni Settanta abusò di almeno duecento bambini ricoverati nell'Istituto St. John per sordi. Il pedofilo contava sul fatto che i poveretti non parlavano. Ma loro riuscirono a raccontare le violenze subite... utilizzando il linguaggio dei segni.
In alternativa, si potrebbe organizzare un bel dibattito su un altro celebre pedofilo, Marcial Macel, il fondatore dei Legionari di Cristo. Costui fu protetto per decenni dalla Curia, fino all'avvento di Ratzinger.
Il sottotitolo del documentario di Gibney è "silenzio nella casa di Dio", perché l'autore mette bene in evidenza come tutti questi crimini contro i bambini furono sempre coperti dalle omissioni e dalle reticenze della Chiesa.

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