venerdì 13 luglio 2012

Reale e irreale


Non stiamo fingendo di fare i santi o gli spirituali. Non stiamo cercando né paradisi né inferni. Cerchiamo di uscire dalla confusione, dall'ignoranza e dalla sofferenza che ci attanagliano. Decidiamo della nostra vita e del nostro essere. Scegliamo se prendere in mano la nostra evoluzione o lasciare che siano le condizioni a trasportarci qua e là. Per meditare, dunque, ci vuole serietà: questo è l'unico atteggiamento utile. Siamo con l'acqua alla gola, abbiamo poco tempo e non ne possiamo più di evasioni, di giochetti, di religioni e di miti. Ciò che cerchiamo è la verità, anzi la realtà; distinguere ciò che è reale da ciò che è irreale.
Il grande nemico dell'uomo non è né qualche Demonio, ma l'ignoranza. È l'ignoranza che domina il mondo.
Per ignoranza non intendiamo la mancanza di cultura; anche la cultura ti mantiene nell'ignoranza  spirituale - un professore di università può essere altrettanto ignorante di un analfabeta. L'ignoranza di cui parliamo, infatti, non è la mancanza di cultura, ma la mancanza di consapevolezza. E qui tanto l'analfabeta quanto il professore possono essere allo stesso livello.
Che cos'è allora la consapevolezza? È la capacità di distinguere ciò che è reale da ciò che è irreale.
Che cosa è reale? Ciò che riguarda l'essere. E che cosa è irreale? Ciò che riguarda l'apparenza. Il titolo di studio, il ruolo sociale, la moda, il denaro, l'età, il sesso, la nazionalità, le proprietà, la notorietà, l'appartenenza etnica o religiosa, perfino il corpo, perfino le emozioni, perfino l'ego... insomma tutto ciò cui noi oggi diamo tanta importanza non è che apparenza: riguarda il lato superficiale dell'essere. Al contrario, ciò che riguarda il fondo o l'essenza dell'individuo è la vera realtà.
La realtà è ciò che non scompare quando mutano le condizioni.
Scopo della meditazione è sviluppare questa consapevolezza, mirando all'essenziale. Quando sogni, credi che tutto sia reale. Ma poi ti svegli e scopri che non è così. Anche la nostra vita abituale non è che una specie di sogno, dove contano valori e cose che scompaiono non appena diventi più sensibile.
L'ignoranza ci fa vivere in uno stato di confusione e di annebbiamento che ci fa sprecare l'esistenza alla ricerca di cose che non contano. Il mondo è infelice e soffre proprio perché non riesce a capire questa semplice verità.
Bisogna dunque addestarsi a distinguere ciò che è importante da ciò che è inutile, ciò che è profondo da ciò che è superficiale, ciò che è convenzionale da ciò che è basilare, ciò che ci fa dormire da ciò che ci sveglia. Dobbiamo disidentificarci dai ruoli sociali se vogliamo trovare l'essere reale.

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