giovedì 29 aprile 2010

La pratica della consapevolezza

Crediamo di poter decidere liberamente della nostra vita, crediamo di avere il libero arbitrio. E in realtà lo abbiamo. Ma per la maggior parte del tempo siamo in preda a impulsi, pensieri e sentimenti che sono i frutti di abitudini e di condizionamenti.


Crediamo di essere padroni della nostra vita, di avere almeno in questo campo la sovranità su noi stessi. Tuttavia non è così. Ciò che proviamo, pensiamo e facciamo non è qualcosa che abbiamo liberamente deciso, ma una reazione a qualcosa che ci viene dall’esterno, dagli altri e da zone nascoste del nostro essere.

Di questo dobbiamo essere consapevoli. Questo è il primo passo per esercitare davvero il libero arbitrio. Facciamoci caso: quella reazione di odio, di rabbia o di paura è qualcosa che abbiamo voluto o qualcosa che ci viene imposto dalle circostanze? Se sappiamo osservarci, scopriremmo di essere per lo più in balia di circostanze indipendenti dalla nostra volontà.

Con la pratica della consapevolezza, ci rendiamo conto che non siamo affatto padroni di noi stessi, ma che siamo come palline che si muovono in base agli urti che ricevono.

Eppure c’è un modo per cambiare la situazione. Sviluppare una pratica della consapevolezza che ci permetta 1) di vederci, 2) di staccarci dalla situazione e 3) di introdurre volontariamente stati d’animo di equilibrio, di saggezza, di calma e di comprensione. È con questo cambiamento del clima del nostro essere che possiamo diventare padroni di noi stessi. È in questo modo che possiamo passare da uno stato di dipendenza e di condizionamento a una condizione di libertà e di padronanza.

1 commento:

  1. Sono contento di ritrovare qui un richiamo alla "consapevolezza di sè". Ne avremmo tutti bisogno e vedo che sempre più persone cercano di lavorare per ottenerla.
    Ottimo questo post; più se ne parla e più persone pian piano saranno coinvolte nello studio e nel miglioramento di sè.
    Non è un percorso facile ma basta cominciare a lavorare su piccoli atteggiamenti quotidiani magari non del tutto sani.

    RispondiElimina