mercoledì 3 febbraio 2010

Pecore di pura razza italica

Liliana Picciotto, nel suo libro L’alba ci colse come un tradimento, pubblicato da Mondadori, elenca cifre impressionanti sul coinvolgimento italiano nella Shoah. In particolare ricorda le migliaia di ebrei rastrellati nei territori della Repubblica sociale da parte di funzionari di polizia e dei carabinieri e rinchiusi nel campo modenese di Fossoli, per poi essere deportati in Germania. E ricorda come dal 3 novembre 1943 gli agenti delle questure affiancarono i reparti speciali delle SS per svolgere l’opera di “pulizia”. Del resto, esistevano già i campi di concentramento di Bolzano e di san Sabba. Tutto questo non avvenne per caso, ma in seguito alle leggi razziali e alla dichiarazione del Partito nazionale fascista che affermava: «Tutti gli appartenenti alla razza ebraica sono stranieri, durante questa guerra appartengono a nazionalità nemica».


Dunque, il razzismo è presente in quei popoli in cui non si sviluppa il senso critico e la capacità di pensare con la propria testa, ma fede e sottomissione. Il fascismo non prese a prestito dalla cultura religiosa il motto: “Credere e obbedire”?

Nessun commento:

Posta un commento