lunedì 28 novembre 2011

L'inquinamento dello spirito

Noi uomini abbiamo ridotto la natura ad un immondezzaio. Dopo averla sfruttata fino in fondo tagliando foreste, attingendo acqua, contaminando sorgenti e fiumi, inquinando l'aria, estraendo petrolio e minerali, ecco che la usiamo per buttarci i nostri rifiuti. Perfino sulle montagne o nel profondo degli oceani troviamo le nostre immondizie. Perfino l'aria delle nostre città è irrespirabile. Ma ci siamo dimenticati di una cosa fondamentale: che noi siamo parte della natura, che siamo natura; e quindi il modo in cui trattiamo la natura esterna è indicativo del modo in cui trattiamo la natura interna, la nostra mente, il nostro spirito. Stiamo segando il ramo su cui viviamo. Ecco perché siamo confusi e non possiamo fermarci un attimo a riflettere, a meditare, a contemplare. Non abbiamo rispetto né della natura esterna nè della nostra stessa natura, che attingono alla stessa fonte. L'inquinamento materiale non è che un riflesso di un inquinamento mentale. E il risultato è sotto i nostri occhi. Un mondo devastato, in cui tutti stanno male. Chi è che ha incominciato questa folle corsa dominata solo dagli imperativi economici? Forse non siamo la creatura più evoluta del mondo, forse siamo un errore, una variabile impazzita... della natura. Nei momenti di crisi bisogna fermarsi, fare il punto della situazione e poi riprendere con un ritmo diverso, con una nuova consapevolezza. Ma non può nascere un mondo nuovo se non ci si ferma a meditare.

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