giovedì 7 aprile 2011

La ragione della ragione

Ha ragione Claudio Magris a scrivere - di fronte all'ultima tragedia dei profughi africani annegati - che "il mondo intero è un turpe, equivoco teatro di disuguaglianze" e a citare - come esempio di ingiustizia - la parabola evangelica degli operai delle vigna, dove quelli che hanno lavorato solo un'ora ricevono lo stesso salario di quelli che hanno lavorato tutto il giorno.
Le religioni "occidentali" non ci spiegano minimamente il perché di queste disuguaglianze di partenza, non sanno dire nulla sull'ingiustizia che sembra regnare incontrastata nel mondo. Inutilmente ci parlano di un Dio che sarebbe amore e giustizia.
Ma in Oriente esiste una spiegazione che ha almeno il pregio della logica. Si dice infatti che le disparità di condizioni e di destini deriva da atti compiuti in vite precedenti. E quindi chi nasce in un paese o in una famiglia povera, chi nasce malato o menomato, sconta qualcosa di male che ha fatto in precedenza.
Ovviamente non possiamo dimostrare che sia così. E forse anche questo è un tentativo di spiegare razionalmente ciò che supera la nostra logica. Chi ci assicura in fondo che il mondo sia costituito in base alla nostra logica? E se ce ne fosse un'altra che la nostra mente non fosse in grado di comprendere? Noi per esempio possiamo concepire solo un mondo che abbia tre dimensioni, ma la matematica riesce a lavorare su mondi che hanno più dimensioni. Potrebbe essere lo stesso con la nostra razionalità, che è molto limitata.
In certi casi è meglio smettere di pensare e volare al di sopra sia dei nostri sentimenti che dei nostri ragionamenti. E cercare di cogliere un senso delle cose che non è quello abituale.

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