Spesso la
nostra mente vaga dal passato al futuro e dal futuro al passato. Non solo
rivanghiamo il passato, ma ci spostiamo continuamente nel futuro perché siamo
insoddisfatti del presente – o siamo insoddisfatti del presente perché vaghiamo
nel futuro.
In tal modo siamo
sempre altrove, ci perdiamo il presente e siamo insoddisfatti, infelici.
Se ricordiamo
il passato, non possiamo assaporare la vita attuale. E, quando al futuro
immaginario, nessun presente potrà mai competere con una simile fantasia. Per
esempio, sto con una donna, ma sono scontento, perché ne immagino una più
bella.
Ma si tratta
di fantasie, di ricostruzioni, di proiezioni, di interpretazioni… insomma di
prodotti della mente.
Ritorniamo
dunque alla realtà. Diamoci un pizzicotto, facciamo una corsa, odoriamo un
fiore, laviamoci la faccia… qualunque cosa pur di uscire dalle asfissianti mura
della mente che non smette un attimo di rimuginare, tra passato e futuro.
Compiamo
qualunque azione, pur di uscire dal sogno del tempo, con la sua
insoddisfazione.
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