“Come non
vedere che la natura ci chiede soltanto con grida imperiose che il corpo sia
privo di dolore e che l’anima sia pervasa da un senso di gioia, libera da
affanni e da dolori ?” Con queste parole Lucrezio esprime una visione calma e
serena della vita e una concezione unitaria delle cose che era tipica del
paganesimo antico. La sua formula è saggia, equilibrata e sempre valida.
Purtroppo, nel
quarto secolo, con l’avvento del cristianesimo, si ebbe una brutale repressione
antipagana che distrusse non solo i templi ma anche gran parte delle opere
monumentali, letterarie e filosofiche. Venne cancellato il senso di armonia e
subentrò un Dio violento e intollerante che vedeva nella natura soltanto
qualcosa da dominare.
Successe quel
che vediamo oggi nei paesi invasi dagli integralisti musulmani, i quali
distruggono con brutalità e ignoranza le opere delle civiltà precedenti e impongono
un tetro stile di vita dove contano non le esigenze di natura, ma le leggi
religiose.
Così per mille
anni, fino al Rinascimento, ci si dimenticò di Lucrezio e della saggezza pagana.
Anzi, quando gli umanisti lo riscoprirono, la Chiesa ne proibì la lettura – per
fortuna senza successo.
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