Seguire il respiro
Quando non
riuscite a meditare, quando siete agitati o tesi, ricorrete alla vecchia e
sperimentata tecnica del seguire il respiro.
In pratica si
tratta di contare le inspirazioni e le espirazioni. Fate prima tre o quattro
respiri profondi e poi ripetete mentalmente “uno” per le inspirazioni e “due”
per le espirazioni, oppure potete andare avanti a contare “uno”, “due”, “tre” e
così via, arrivando a dieci, a venti o a qualche altro numero, come preferite.
Un altro
metodo consiste nel dire semplicemente “dentro” per ogni inspirazione e “fuori”
per ogni espirazione, oppure “in” e “out”, senza contare.
Non dovete
forzare il respiro, ma lasciarlo il più naturale possibile. Se siete agitati,
potete ripetere il mantra “calma”.
Esiste un
rapporto stretto tra il ritmo del respiro e gli stati d’animo. Per esempio,
quando siete agitati o irritati, anche il respiro assume un ritmo spezzato e contratto.
Il respiro
della meditazione è il più calmo e rilassato possibile. Non a caso, le parole “respiro”
e “spirito” sono etimologicamente collegate. Questo significa che, agendo sul
respiro, cerchiamo di agire sulla nostra mente.
Una volta raggiunta
una certa calma, si può lasciar andare ogni pensiero e ogni sentimento per
cercare di essere semplicemente consapevoli del momento presente: “Chi sono io?
Che cosa succede in questo istante? Che cosa sto provando?”
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