sabato 3 ottobre 2015

La focalizzazione sull'attimo presente

Di solito non siamo completamente presenti in ciò che facciamo e che avviene. Questo perché siamo portati a spasso dai pensieri che ci affollano la mente. Di conseguenza siamo semi-presenti, dissociati, distratti.
Per ovviare a questo problema e alla sensazione di irrealtà che ci procura, abbiamo inventato molte attività pericolose, come le scalate, le corse automobilistiche, i tuffi o certi sport estremi.
In tutte queste attività, siamo costretti ad essere pienamente presenti, perché ne va della nostra vita. Sono momenti di massima concentrazione e di massima presenza mentale, dove non c’è spazio per un pensiero separato; non c’è più scissione fra interno ed esterno, fra ciò che facciamo e ciò che pensiamo.
Ma esistono anche altre modalità di essere totalmente presenti, alcune negative ed altre piacevoli: il dolore, la guerra, il gioco, il sesso, i viaggi, ecc. Queste esperienze sono così coinvolgenti che cancellano ogni nostro pensiero estraneo. Siamo  completamente concentrati nell’attimo presente.
La mente e la coscienza sono le nostre grandi doti. Ma sono anche gli schermi che ci separano dalla realtà, da ciò che avviene.
Se pensiamo troppo, ci perdiamo nell’irrealtà, perdiamo il contatto con il mondo e con noi stessi.
Dobbiamo cercare di ricordarci di questa situazione, dobbiamo renderci conto del problema e del nostro stato di alienazione. È come avere una macchina fotografica che scatta immagini sfocate.

Periodicamente dobbiamo fermarci, renderci conto del nostro stato di alienazione e rimettere a posto il meccanismo di focalizzazione. Questa è meditazione.

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