Di solito non
siamo completamente presenti in ciò che facciamo e che avviene. Questo perché
siamo portati a spasso dai pensieri che ci affollano la mente. Di conseguenza
siamo semi-presenti, dissociati, distratti.
Per ovviare a
questo problema e alla sensazione di irrealtà che ci procura, abbiamo inventato
molte attività pericolose, come le scalate, le corse automobilistiche, i tuffi
o certi sport estremi.
In tutte
queste attività, siamo costretti ad essere pienamente presenti, perché ne va
della nostra vita. Sono momenti di massima concentrazione e di massima presenza
mentale, dove non c’è spazio per un pensiero separato; non c’è più scissione
fra interno ed esterno, fra ciò che facciamo e ciò che pensiamo.
Ma esistono
anche altre modalità di essere totalmente presenti, alcune negative ed altre
piacevoli: il dolore, la guerra, il gioco, il sesso, i viaggi, ecc. Queste
esperienze sono così coinvolgenti che cancellano ogni nostro pensiero estraneo.
Siamo completamente concentrati nell’attimo
presente.
La mente e la
coscienza sono le nostre grandi doti. Ma sono anche gli schermi che ci separano
dalla realtà, da ciò che avviene.
Se pensiamo
troppo, ci perdiamo nell’irrealtà, perdiamo il contatto con il mondo e con noi
stessi.
Dobbiamo
cercare di ricordarci di questa situazione, dobbiamo renderci conto del
problema e del nostro stato di alienazione. È come avere una macchina
fotografica che scatta immagini sfocate.
Periodicamente
dobbiamo fermarci, renderci conto del nostro stato di alienazione e rimettere a
posto il meccanismo di focalizzazione. Questa è meditazione.
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