Prova per un
attimo a smettere di pensare. Tieni fermi gli occhi, rallenta il respiro, stai
in silenzio, blocca la mente… Quanto puoi resistere così?
Molto poco. Troppo
poco per fermare la mente. Ma questo ti fa vedere come si susseguano i pensieri
e gli atti di mentali, l’uno dopo l’altro, in continuazione, come le onde del
mare.
Neppure quando
si dorme la mente smette di funzionare. E, quando non sogna, si pone in uno
stato di sospensione, come quello di un computer.
Nello stesso
tempo puoi accorgerti che l’attività della mente è discreta, discontinua. C’è
sempre un piccolo intervallo fra un pensiero e l’altro.
Dunque, non c’è
bisogno di fermare la mente; la mente si ferma da sola, seppure per istanti
brevissimi.
Bisogna
insinuarsi in questi vuoti mentali. Come fare?
Occorre un’intensa
presenza, una grande attenzione, una potente consapevolezza. Ma lì dentro c’è
la liberazione dalla tirannia della mente. Lì dentro c’è la liberazione dall’identificazione
con la mente, con l’io separato, con la paura. Lì dentro c’è la scoperta che la
tua consapevolezza è la consapevolezza universale.
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