martedì 24 febbraio 2015

Seguire il respiro

Se la parola “anima” viene dal greco anemos che significa “vento”, la parola “respiro”viene dal latino spirare, che significa “soffiare”. Fin dall’etimologia, dunque, si stabilisce un rapporto tra l’anima e il respiro e si precisa che la natura di entrambi non è qualcosa di fisso, ma qualcosa di variabile e di mobile. Non a caso, nel Vangelo di Giovanni si paragona lo spirito al vento “che soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene né dove va…”
Per la stessa ragione, in meditazione, la prima pratica che si impara è seguire il respiro. C’è un intero discorso del Buddha, il Satipatthana Sutta, in cui si descrive questo esercizio. Per prima cosa bisogna rendersi conto che il ritmo del respiro è molto variabile e dipende spesso dai nostri stessi d’animo. Se siamo tesi, stressati o arrabbiati, il respiro sarà più veloce e contratto. Se siamo tranquilli, sarà più calmo, lento, disteso e naturale. Conoscere il respiro significa perciò conoscere la nostra mente.
Se ci sediamo in meditazione per calmare il respiro, acquieteremo anche i nostri stati d’animo, che potranno diventare più calmi e sereni. Calmare il respiro è calmare la mente. E può essere fatto in ogni momento della giornata, con benefici fisici e psichici.
Ma una seconda funzione di questa pratica del seguire il respiro è acuire l’attenzione al presente. Noi infatti tendiamo a divagare, a distrarci: i nostri pensieri si perdono spesso nel passato e nel futuro; e quindi non sono mai presenti. Il respiro invece non è mai né del passato né del futuro, ma è sempre il respiro di questo attimo.
Seguire il respiro ci permette perciò di essere più presenti e più consapevoli. E da questa attenzione, da questa concentrazione, nascono chiarezza e pace – due obiettivi non da poco.
Quando moriamo, quando “spiriamo”, è proprio la fine della vita che conosciamo. Nel coma, il nostro respiro assume un ritmo che è caratteristico, rapido e contratto. L’organismo e l’anima hanno una fame d’aria che non riescono a placare.

Finché possiamo respirare, dunque, posiamo la mente su un bel respiro, calmo e naturale – e godiamoci la fortuna di poterlo fare.

Nessun commento:

Posta un commento