Dobbiamo sfruttare il nostro senso di
insoddisfazione, di alienazione, di spaesamento, di non pienezza, di
incompletezza, per spingerci a meditare nella direzione giusta. Prima fase: ma
chi sono io? Questo io non è il mio vero sé.
Lavorare ripetutamente su questa sensazione, su
questo dato di fatto – l’insoddisfazione.
Seconda fase: ma allora chi sono? Qual è il mio
vero sé?
Terza fase: non rispondere a questa domanda in
termini razionali o linguistici. Ma aspettare che sorga un nuovo “senso.”
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