Mettersi in ascolto profondo, e quindi
meditare, non significa mettersi a ricevere messaggi, comandamenti o frasi che
scendano dal soprannaturale. Ma mettersi ad “ascoltare” l’ulteriorità di senso,
la polivalenza, il rimando a quelle dimensioni del senso che la ragione ha già
escluso per dare un suo senso definito
alle cose.
Dobbiamo oltrepassare l’ordine razionale della
mente, il sapere dogmatico della coscienza razionale, che tutto vuol
determinare, per giungere a quella dimensione rinviante che è vera
trascendenza.
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