domenica 15 febbraio 2015

Contemplare il vuoto

Il vuoto mentale non è il contrario dell’essere e del pieno, ma ciò da cui ha avuto origine ogni coppia di opposti, tra cui essere e non essere, vita e morte, ecc.. È la Potenzialità, l’Origine, laddove gli opposti non solo non si escludono a vicenda, ma sono complementari. È un campo di polivalenze, di plurisignificati, di ambivalenze, di dissolvenze.
Ma non si tratta dell’inconscio, ossia del luogo di tutto ciò che è rimosso dalla ragione nel corso della sua opera di dominazione e di denominazione. È piuttosto ciò da cui ha avuto origine la dicotomia conscio-inconscio. Certo, è difficile barcamenarsi ai bordi di questo immenso e agitato oceano. Meglio non buttarcisi dentro, ma stare a contemplare dalla riva.
Contemplare in questo senso non è cercare una verità, più o meno incontrovertibile, che sarà comunque prima o poi superata, ma soffermarsi davanti all’apertura di senso, che è molto simile ad un occhio aperto.

Questo occhio guarda tentando, più che di trovare un senso, di abbracciare la visione, ponendosi per ciò stesso al di là anche di essa,  in quella ulteriorità di senso che è trascendenza.

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