Ogni
tanto, nel corso dell'esistenza, smarriamo il senso della vita - magari c'è
stata una perdita affettiva, magari c'è stato un cambiamento improvviso, magari
ci ritroviamo soli, magari abbiamo perso il lavoro, magari dobbiamo vivere con
chi non ci piace, magari non possiamo vivere con chi vorremmo, e così via.
Allora ci sentiamo persi, inutili, vuoti, stanchi, senza prospettive per il
futuro; si è spenta una luce e non sappiamo come riaccenderla.
Prima o poi, capita a tutti, perché
l'esistenza è un cambiamento continuo, perché è un passare da una crisi
all'altra, perché niente dura a lungo, perché stiamo invecchiando... Dov'è il
nuovo senso, la nuova direzione? E dov'è finita la nostra voglia di vivere?
Il problema è che cerchiamo questo senso
al di fuori di noi; e, se ci aspettiamo che le cose cambino grazie a
circostanze esterne o ad altre persone, potremmo attendere a lungo. In fondo,
la vita non ha un senso razionale - l'unico suo senso è il vivere stesso. E la
direzione è sempre la stessa: quella della vita di tutti i giorni, quella degli
anni che passano...
Il senso deve essere cercato dentro di
noi. Noi abbiamo perso la strada (anche se non per colpa nostra), noi dobbiamo
ritrovarla. Per ricominciare, bisogna ripartire dalle piccole cose: da una
mattina di sole, da una nuova primavera, da un buon cibo, da una pianta che
cresce, dalle parole di un amico o di un libro, ecc. Al di là dei grandi
eventi, la felicità è sempre disponibile dentro di noi: è una questione di
punti di vista, di saper guardare. Quando avremo sollecitato questo senso della
felicità interiore, potremo affrontare anche i problemi esterni. Ma
l'importante è riuscire a cambiare la prospettiva. Come diceva Ugo Ojetti,
"la felicità è un modo di vedere".
Nessun commento:
Posta un commento