Prima o poi dovremo
svegliarci dal nostro sonno secolare e renderci conto della nostra condizione: dovremo
prendere coscienza che non viviamo nel migliore dei mondi possibili, ma forse
in uno dei peggiori, dominato dalla violenza e dalla sofferenza.
Prenderemo coscienza è che, mentre cerchiamo la felicità, non
possiamo evitare l'infelicità. Non possiamo evitare la malattia, la vecchiaia e
la morte; dobbiamo subire le sofferenze sociali, che non sono solo non poter
stare con chi amiamo o dover stare con chi non amiamo, ma anche la
competizione, le lotte, l'invidia nostra e altrui e talvolta la povertà, l'umiliazione,
lo scandalo dei ricchi e dei potenti, l'insuccesso, il fallimento, la
sconfitta.
Non ci sveglieremo mai se continueremo a
vedere il mondo con gli occhiali rosa e falsi di chi vuole abbindolarci e
arruolarci nell'esercito dei piccoli conformisti, dei morti viventi, di chi
vuole farci credere che tutto finirà bene.
Apriamo gli occhi, osserviamo, prendiamo
nota, contrastiamo gli sciocchi ottimisti e cerchiamo di cambiare noi e gli
altri.
Gli ottimisti sono coloro che, mentre attraversano un incrocio,
chiudono gli occhi… tanto andrà tutto bene, tanto c’è un Dio o una Provvidenza
che ci protegge!
Noi rallentiamo e guardiamo attentamente.
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