Ci sembra che la meta debba essere un'aspra e lunga salita. Ma non
è così, perché la meta non sta in qualche posto in alto, magari nei cieli.
La meta è già in tuo possesso, sei tu, è la consapevolezza che si
accende. La meta è già in te, anzi è dietro di te. È ciò che è consapevole in
te. È lo sguardo che guarda. Non è davanti a te, non è sopra di te. Quindi in
realtà non c'è nessuna meta. Sei già nella meta, non ti sei mai allontanato da
essa. Ce l'hai dentro di te, è te.
Le pratiche ascetiche, le buone azioni, il perfezionamento
spirituale, i rituali, la lotta contro il male... tutte pratiche di una
religiosità esteriore. Le azioni sono buone o cattive non in base a criteri
astratti, ma secondo che ti allontanino o ti avvicinino dal tuo stesso essere.
Non c'è nessuno che ci giudichi oltre al nostro stesso essere.
Basta un atto di consapevolezza.
La meta è un attimo di consapevolezza, è scoprire che non ti eri
mai mosso dalla meta. È un rinunciare a protendersi. È scoprire ciò che hai
sempre avuto, ciò che sei sempre stato. Non devi tanto perfezionarti, perché
ciò che hai e sei va già bene così com'è. Non devi salire su una montagna. Devi
smettere di sforzarti. E ritrovare il tuo essere essenziale, originale.
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