Il
Dharma nel buddhismo è la legge o la regola messa a punto dal Buddha, in cui sono
indicate varie linee di condotta e vari principi: le quattro nobili verità,
l'ottuplice sentiero, i cinque skandha, le tre seti, i tre tipi di sofferenza,
i dodici anelli della coproduzione condizionata, i quattro stati sublimi, i
quattro jhana, i cinque precetti fondamentali e così via. Tutto è classificato,
suddiviso, analizzato e consegnato alla tradizione.
Tuttavia, pensare che il vero Dharma sia espresso in questo modo,
attraverso discorsi e categorie generiche,valide per tutti, è un'illusione. La
pratica è un'altra cosa: è mobilitare le proprie energie e la propria
intelligenza in un percorso di liberazione che è diverso da persona a persona.
Non ti fidare dei canoni scritti o dei decaloghi
incisi nella pietra. Il nostro spirito non è una pietra: è mobile e sensibile,
ed ha la capacità di capire da sé, al di là delle parole e dei concetti
prestabiliti, quale sia il percorso giusto - il suo Dharma.
Anzi, prima di tutto bisogna liberarsi delle regole, delle
opinioni comuni e farsi una propria opinione, una propria regola, una propria esperienza.
Nel buddhismo, come nelle altre religioni, abbiamo tanti monaci o tanti
preti che hanno le stesse idee e gli stessi comportamenti. Ma né Buddha né Gesù
sarebbero diventati quel che sono diventati se si fossero limitati a seguire
gli schemi dei loro predecessori. C’è un elemento creativo e anticonvenzionale che
sfugge ai più.
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