Pur nel rispetto delle culture passate, che ci hanno dato qualche
idea buona ma che si contraddicono e si combattono a vicenda, il nostro compito
non è quello di seguire fedelmente questa o quella tradizione, ma quello di
prendere il meglio di ciascuna tradizione, di elaborarlo e poi di passare oltre
trovando nuove vie. La ricerca spirituale è un fatto personale e creativo. Io
devo essere me stesso, non il discepolo di qualche maestro. Io devo realizzare
me stesso, e nessuno potrà illuminarsi al posto mio. Posso seguire qualsiasi
maestro, ma alla fine dovrò camminare con le mie gambe se voglio arrivare da qualche
parte. Altrimenti resterò per sempre un seguace, un fedele, un imitatore, uno
che non si è realizzato.
Se io non sarò me
stesso, chi lo sarà per me? E, se non ora, quando?
La realizzazione è uno
stato in cui trascendo tanto l'ego quanto la mente, lasciando perdere ogni
ideologia, ogni obbedienza ed ogni ortodossia.
Ricordiamo l'aneddoto
riguardante il saggio chassidico Zusiya. Poiché stava morendo, un vecchio gli
domandò: "Quando ti troverai davanti a Dio, potrai dirgli di aver seguito
fedelmente Mosè?" E lui rispose: "Dio non mi domanderà mai: 'Perché
non sei stato un Mosè?', ma 'Perché non sei stato Zusiya?'
Aneddoto bello e significativo!!
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