Il figlio di Totò Riina, l’ex padrino
della mafia siciliana che ha seminato di morti e di stragi la sua vita e la
nostra storia recente, ha dato in una intervista televisiva un triste
spettacolo di sé.
Ha dimostrato di essere legato
affettivamente al padre (e fin qui è comprensibile), ma anche aggiunto che non
spetta a lui giudicarlo. Il giudizio sui suoi delitti spetta ai magistrati, non
a lui. E ha citato a tal proposito il comandamento biblico: “Onora il padre e la
madre”.
Ma chi l’ha detto che onorare il padre
significhi non giudicarlo? Questa è ignavia, non rispetto filiale.
Tutti dobbiamo giudicare i nostri
genitori. Non esistono Moloch intoccabili.
Onorare il padre non significa chiudere
gli occhi e non voler vedere che cosa ha fatto.
Se vogliamo crescere, dobbiamo giudicare
tutti i padri, compreso il Padre eterno.
Non confondiamo il padre con il padrino.
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