Ammettiamo per un attimo che Dio sia il
supremo bene e che sia lì per crearci, osservarci e giudicarci.
Ma perché questo bene si serve del male
per realizzare i suoi scopi?
Se deve punire qualcuno che si è
comportato male, deve utilizzare il male e la sofferenza. Il che contraddice l’assunto
di partenza.
Più semplice ipotizzare che ci sia una
legge generale di ri-equilibratura che
si applichi, oltre che al campo fisico, anche a quello morale: azione e
reazione, causa ed effetto, nessuna preferenza, nessuna avversione, imparziale.
Ognuno con le sue azioni si crea il
proprio destino.
Se volete capirla, osservatela anche voi
senza preferenze, senza avversioni, imparzialmente. Ma Dio dove sta? Chiaramente
al di là del bene e del male.
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