Un conto è essere dominati dai pensieri
e dagli stati d’animo e un altro conto è riconoscerli nel momento in cui
sorgono.
Nel primo caso sono in azione meccanismi
inconsci che producono stati psichici del tutto incontrollati. Ed essere
dominati da tali processi inconsci non è certo la via della liberazione.
Nel secondo caso i prodotti mentali vengono
portati alla luce e si dissolvono rapidamente. L’effetto è un po’ quello che si
verifica quando, accendendo la luce in una stanza, le ombre spariscono.
In effetti, proprio di ombre si tratta –
ombre che vengono proiettate dalla nostra stessa mente.
Il riconoscimento equivale ad una presa
di coscienza in cui si riconosce che quegli stati non sono che immagini che
transitano sullo schermo interiore. Niente di più.
Perché farsi influenzare da ombre e
immagini di un film?
Noi siamo altri, noi siamo altrove. Siamo
coloro che osservano l’intera rappresentazione senza farsene coinvolgere.
Una volta appurato che sono le nostre
menti a proiettare questi spettacoli, possiamo finalmente trovare e
identificarci con lo stato originale del nostro essere, quello che testimonia i
vari movimenti.
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