mercoledì 20 aprile 2016

Le religioni della falsità

Se si osserva, nella basilica romana, la cattedra di san Pietro, creata da Gian Lorenzo Bernini, la si vedrà sormontata da una raggiera di raggi luminosi. Viene considerata un capolavoro dell’arte barocca, ma è anche un capolavoro di finzione. A parte il fatto che il trono di san Pietro è in realtà un falso, anche gli elementi naturalistici sono un’imitazione. Infatti i raggi luminosi sono scolpiti, così come in altri casi sono dipinti.
Ma perché una religione deve imitare e fingere una realtà, quando sarebbe più semplice guardare i veri raggi che il sole o qualsiasi fonte luminosa emettono naturalmente? In Oriente, per esempio, si consiglia l’esercizio di guardare direttamente i raggi luminosi, non di scolpirli o di dipingerli. Basta socchiudere gli occhi mettendosi in una particolare angolazione e chiunque può vedere direttamente questi raggi luminosi. Ed è in ogni caso un esercizio di meditazione.
Non c’è bisogno di imitare e di fingere: una natura imitata non è più qualcosa di autentico ma una rappresentazione, infinitamente inferiore all’originale.
         In effetti, simili rappresentazioni sono tipiche di religioni che hanno perso il contatto non solo con la natura, ma anche con la realtà.
La gran quantità di opere d’arte prodotte dalla religione cattolica rivela lo sforzo di rappresentare artificialmente fenomeni spirituali e naturalistici che, per essere autentici, dovrebbe essere sperimentati direttamente. Si creano invece spettacolini religiosi, accontentandosi di rappresentazioni.


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