Un conto è praticare la pazienza nel
senso che, quando proviamo un attacco di irritazione, fastidio, rabbia,
insofferenza, ecc., ci imponiamo di sopportare
la cosa. “Stringi i denti e resisti!”
Questa è la pazienza comune: la capacità
di sopportare una situazione sgradevole tenendo i nervi a posto e non dando in
escandescenze.
Ma l’obiettivo ultimo è un altro: non
provare nemmeno un senso di irritazione.
Qui abbiamo compiuto il capolavoro.
Avendo compreso l’intero meccanismo di azione-reazione, anticipiamo il senso di
fastidio.
Di fatto, è il nostro senso dell’io che
abbassa le difese. L’impazienza, la reazione nevrotica e l’insofferenza scompaiono
quando scompare il senso dell’io, quando non pensiamo più a noi stessi.
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