Se ci sforziamo di trovare lo stato
naturale della mente, ovviamente otteniamo il risultato contrario. Sforzandoci,
infatti, finiamo per destabilizzare questo stato e stimolare le attività
mentali che lo velano.
Occorre dunque procedere al contrario,
attraverso una forma di rilassamento, di purificazione e di quiete mentale.
Lo stato originale della mente è sempre
presente, come il cielo limpido sotto strati di nuvole, e talvolta trapela spontaneamente.
Questo è dovuto alla discontinuità delle attività mentali. Se osserviamo per
esempio un pensiero, vediamo bene che sorge, dura un po’ e poi scompare. Così,
fra due pensieri, vi è un istante di vuoto… in cui traspare l’azzurro.
Ma, per coglierlo, dobbiamo prestare
attenzione e quindi compiere un minimo di sforzo.
Per evitare che lo sforzo si trasformi a
sua volta in una nuvola oscurante, conviene ripetere spesso il tentativo di riconoscimento,
senza insistere a prolungarlo.
Più volte, durante il giorno, chiudiamo
gli occhi, tratteniamo il respiro, concentriamoci il più a fondo possibile e
cerchiamo di cogliere l’intervallo tra due pensieri o stati d’animo.
In tal modo ci addestriamo a riconoscere
lo schermo che sta al di sotto delle attività mentali, il quale ha la
prerogativa di essere chiaro, sereno e non-duale.
Per alcune tradizioni spirituali, questo
stato è la nostra pura essenza e coincide con lo stato di risveglio dai sogni,
dalle illusioni, dalle divisioni e dalle proiezioni mentali.
Secondo il buddhismo tibetano, lo stato
primordiale della mente è la pura consapevolezza che viene velata dalle varie
attività mentali.
Si parla infatti di tre veleni
(desiderio, rabbia, ignoranza), di 51 fattori mentali, di 80 stati del pensiero
e di 84000 emozioni disturbanti. Ce n’è per tutti.
Non so se i calcoli siano giusti, ma
questo ci dà un’idea della potenza oscurante della mente. Sono infatti queste
attività mentali che fanno girare la “ruota del samsara”, ossia il mondo in cui
viviamo.
Si capisce allora perché, per ritrovare la
pace iniziale, lo stato risvegliato o la consapevolezza primordiale, sia
necessario prima rallentare e poi sospendere tutte queste attività mentali o,
comunque, la maggioranza.
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