Se all’inizio ci fosse un Essere
trascendente, onnipotente e perfetto, l’esistenza e lo sviluppo degli individui
sarebbero tutto sommato trascurabili e l’unica cosa veramente importante
sarebbe il ritorno all’Origone – un’Origine che creerebbe gli esseri solo per
il gusto di giudicarli.
Se invece l’individuo non fosse un
essere contingente, ma uno sviluppo necessario
all’evoluzione generale, allora il suo statuto ontologico cambierebbe: sarebbe
ciò per cui l’universo esiste.
Le vecchie teologie mettono l’individuo
al completo servizio del Creatore, dal quale dipende in tutto e per tutto, non
riuscendo mai ad assumere un ruolo decisivo.
Una nuova teologia dovrebbe riscoprire
il carattere necessario di ogni singolo essere, che non è il servo
dell’Assoluto, ma una parte di esso, senza il quale neppure l’Assoluto
esisterebbe.
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