A volte, di fronte a questa gigantesco
meccanismo che è l’universo, ci sentiamo schiacciati e impotenti. Ci sembra di
non valere più di una formica o di un insetto. Chi si occupa di noi? Che cosa
possiamo fare per cambiare il nostro destino? E come possiamo pretendere di
sopravvivere dopo la morte? Siamo poco più di un nulla che rientrerà nel nulla.
Ma questa identità, questa
individualità, questo sé, è in realtà un fenomeno
enorme.
Avere un’identità ed esserne consapevoli
è un vero e proprio miracolo, di cui altri esseri viventi non godono. Perché
una siffatta consapevolezza non è da tutti: è un risultato eccezionale, è un
impulso divino, è una scintilla della coscienza cosmica che ha dato origine al
tutto e che vuole individuarsi.
Di questo dobbiamo essere consapevoli.
Qualcosa – in un lungo percorso - ci ha portati fin qui, a nascere come esseri
umani – e non è poco.
Il potere che possediamo, il nostro
piccolo sé, la capacità che abbiamo di essere consapevoli, la nostra
individualità, è l’espressione della forza divina che ha creato, che continua a
creare e che continuerà ad evolversi finché durerà il tempo.
È vero che il nostro minuscolo sé è un’ombra,
quasi senza spessore; ma anche un’ombra è la proiezione di ciò che la produce.
E, finché permarrà ciò che la produce, lei continuerà a permanere.
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