Dove finisce il nostro essere quando moriamo?
Finisce nel nulla.
Ma, allora, da dove viene?
Proprio dallo stesso nulla. Un nulla
prima e un nulla dopo, e, in mezzo, l’essere.
Questo nulla, dunque, non è un vuoto
assoluto, ma una matrice feconda.
È come la sala cinematografica buia in
cui all’improvviso vengono proiettate immagini luminose.
In sostanza, le cose, le “immagini”,
sono formate da quel vuoto originale: sono forme del vuoto.
Ogni cosa è vuota – ed il vuoto appare
ad ogni istante.
Per esempio, a fondamento di un vaso c’è
un certo vuoto. Ma dove va a finire quel vuoto quando il vaso si rompe? La
stessa cosa avviene per una casa, per un albero, per una montagna, per un atomo,
per un pianeta o per un uomo.
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