Quando siamo liberi dal pensiero
concettuale (e delle emozioni perturbatrici) siamo esattamente al centro. Non
succede niente di particolare: non compaiono né visioni né esseri angelici. Ma
c’è una chiara e vuota consapevolezza.
Questa chiara e vuota consapevolezza,
questo stato cristallino, questa visione limpida, è quanto di meglio possa
offrirci la vita. Ma dura poco. Perché, subito dopo, sorgono le elaborazioni mentali
nonché le ansie, le paure e i desideri.
Il problema dunque è riuscire a permanere
il più a lungo possibile in questo stato di equanimità.
All’inizio si tratta di esperienze quasi
spontanee che durano pochi istanti, come squarci di azzurro in un cielo
nuvoloso.
Ma lo scopo dell’addestramento è proprio
questo: riuscire a dimorare in pace in uno stato del genere.
In sostanza il percorso è prima
comprendere intellettualmente, poi riconoscere lo stato di chiarezza e infine
renderlo stabile.
Questa chiarezza è il primo bagliore di
ciò che chiamiamo, non a caso, illuminazione.
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