Le interazioni con gli altri ci
scatenano continuamente ondate di emotività. Offese, maltrattamenti,
indignazioni, delusioni, invidie, confronti, rabbia, indifferenza altrui, odi,
ecc. producono attriti di ogni genere e sono fonti si irritazione. E così siamo
sempre sballottati da un mare in tempesta.
Come fare a trovare un po’ di stabilità
e di pace?
Se soffochiamo o reprimiamo le ondate di
reattività, la loro carica di negatività e di sconvolgimento resta sempre in
noi e ci fa soffrire, se non addirittura ammalare.
Allora ci vuole una strategia diversa:
riuscire a stare con le emozioni, senza farcene travolgere.
Ovviamente ci vuole addestramento e
tanta pazienza.
È inutile lottare contro le emozioni: è
una battaglia persa.
Meglio osservarle, esplorarle, restare
aperti ad esse, vederle come increspature di un mare battuto dai venti.
Non c’è bisogno di ostacolare i venti e
le ondate. C’è bisogno di scendere sotto la superficie del mare, verso quel
fondo che è sempre quieto.
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