Noi non siamo in nostri pensieri: questo arriviamo a capirlo se solo facciamo un po' di meditazione. I pensieri ci accadono, passano sul nostro schermo indotti da chissà che cosa. Noi non siamo i nostri pensieri, le nostre emozioni. Anche loro ci accadono indotte da un inestricabile intreccio di eventi. Non siamo neppure le nostre percezioni che ci accadono da tutto ciò che tocchiamo.
Ma allora chi siamo? Siamo chi sente e sperimenta tutto questo. E chi è?
È esattamente cio che siamo. Solo che non possiamo pensarlo, definirlo, categorizzarlo, inquadrarlo. Perché sarà sempre "colui che" percepisce tutto questo.
Ci precederà sempre.
Però ci identifichiamo con pensieri, sentimenti, emozioni, percezioni... È la vita.
La vita è identificarsi. Ma, identificandoci, ci restringiamo e ci perdiamo.
La vita è proprio questo: perdersi di vista. In fondo è un gioco a nascondino. 'Ciò che' perde se stesso pensando e percependo. E poi ritrova se stesso non pensando e non percependo.
Finché verrà la morte in cui non potremo più pensare e percepire. E allora scopriremo che era stato un gioco.
Questa è una verità incontestabili. Tutto è un' interpretazione e a ben vedere un' illusione, un gioco di luci e di ombre.
Detto questo, anche se viviamo in uno spettacolo di ombre, ci sono pur sempre delle regole.
Anche in un film ci sono regole, sia per la trama sia per i movimenti del proiettore.
Voglio dire che non siamo spettatori passivi. Questa è la differenza tra il cinema e la vita. Che nella vita un certo gioco c' è. E si chiama "scienza".
La scienza studia le regole con cui si muovono le ombre. Perché le regole ci sono. Altrimenti sarebbe uno spettacolo caotico. E invece lo spettacolo ha una logica.
Con questo, passo dalla filosofia alla scienza.
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