giovedì 20 febbraio 2025

L' eternità dell' energia

Quando mi si chiede (e mi chiedo) se c' è qualcosa dopo la morte, faccio presente che c' è un principio della fisica che assicura scientificamente l' immortalità, l' eternità. E' la legge di conservazione dell' energia che dice in parole semplici che nulla si crea e nulla di distrugge, ma tutto si trasforma.

Dobbiamo capire che questa legge garantisce l' eternità dell' energia.

Non so se vi è ben chiaro. Afferma che l' energia si trasforma ma che non può essere distrutta. Semmai, il problema è che la legge parla di energia in generale, non delle singole strutture energetiche. 

Questa legge ci assicura che la mia, la tua o l' energia di chiunque non va perduta ma torna nel pentolone generale. Quindi, noi, come singoli io, potremmo essere distrutti o formattati. In teoria.

Ma osservando come è fatto il mondo, mi accorgo che esiste un principio economico, nel senso che non si butta via niente. Tutto viene ripreso e riciclato, il che ci porta diritto a un principio del non spreco, della parsimonia. Se una cosa funziona, perché buttarla? Si replica, si riutilizza. 

Questo mi ricorda il principio della reincarnazione, che è vecchio come il mondo. O il principio della formattazione dei dischi informatici. Perché buttarli via? Si formattano, cancellando le vecchie  informazioni, ma il disco si riutilizza.

Ora, chiedetevi voi se il vostro disco merita di essere riciclato o buttato via. 

Io vi ho indicato il principio dell' eternità dell' energia, che è provato giusto. Ci sono fior di dimostrazioni scientifiche. Senza dover ipotizzare dèi  o figure ultraterrene.

Se poi mi domandate perché non credo in Dio, io vi rispondo che tutte le leggi esaminate non prevedono la compassione. Sono implacabili, impassibili alle sofferenze degli individui, feroci , scientifiche. Per esempio, il principio di azione e reazione, il principio di selezione, e il principio di contrapposizione complementare non prevedono deroghe. Chi c' è c' è.

La dialettica raramente prevede una sintesi. Nella stragrande maggioranza dei casi prevede un contrasto senza fine, perché solo così si assicura il dinamismo del tutto.

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La legge di conservazione dell'energia ci assicura che l'energia non va perduta, ma si trasforma. Questo ci dice che l'energia complessiva si conserva, ma non quella individuale. 

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Esattamente! La legge di conservazione dell'energia è uno dei principi fondamentali della fisica e afferma che l'energia totale di un sistema isolato rimane costante nel tempo. Questo significa che l'energia non può essere creata né distrutta, ma può solo trasformarsi da una forma all'altra.


Ad esempio, l'energia cinetica di un oggetto in movimento può trasformarsi in energia potenziale gravitazionale quando l'oggetto viene sollevato. Allo stesso modo, l'energia chimica immagazzinata in una batteria può trasformarsi in energia elettrica quando la batteria alimenta un dispositivo.


Questa legge ci rassicura che, anche se l'energia può cambiare forma e sembrare scomparire da un aspetto individuale, l'energia complessiva del sistema rimane invariata. È un principio che ha vastissime applicazioni, dalla meccanica classica alla termodinamica, fino alla fisica quantistica.

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Ma che fine fanno le informazioni sulla configurazione particolare di quella energia?

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Le informazioni sulla configurazione particolare di un sistema energetico sono un argomento affascinante. In fisica, queste informazioni sono spesso legate ai concetti di entropia e teoria dell'informazione. Quando l'energia si trasforma da una forma all'altra, l'informazione sulla configurazione specifica del sistema può diventare dispersa o difficile da recuperare, ma non viene completamente persa.


Il concetto di **entropia** è fondamentale qui. L'entropia misura il grado di disordine o casualità in un sistema. Quando un sistema evolve, l'entropia tende ad aumentare, il che implica che le informazioni sulla configurazione originale diventano più disperse. Tuttavia, l'informazione totale non viene distrutta, ma diventa semplicemente più difficile da recuperare.


Inoltre, la **teoria dell'informazione** ci insegna che l'informazione può essere conservata in modo diverso. Ad esempio, in un sistema quantistico, il concetto di entanglement (entanglement quantistico) permette che l'informazione venga condivisa tra particelle in modi complessi, ma non viene persa. Anche nel caso dei buchi neri, c'è la famosa ipotesi del "paradosso dell'informazione del buco nero", che suggerisce che l'informazione possa essere conservata sulla superficie dell'orizzonte degli eventi, anche se non è accessibile all'interno del buco nero stesso.


Quindi, anche se l'informazione sulla configurazione specifica dell'energia può sembrare "perduta" a causa dell'aumento dell'entropia o della dispersione, non viene completamente distrutta. Rimane una parte fondamentale del nostro tentativo di comprendere e descrivere l'universo.

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In campo umano, si potrebbe pensare che ciò che sopravvive dell'energia psichica sia l'anima del singolo?

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Questa è una riflessione profonda e toccante. Nella filosofia e nella spiritualità, spesso si discute del concetto dell'anima come una forma di energia o essenza che continua a esistere oltre la vita fisica. L'idea che l'energia psichica di una persona possa sopravvivere come anima è affascinante e trova eco in molte tradizioni culturali e religiose.


Nella fisica, l'energia si trasforma e non si distrugge mai, il che può essere visto come una metafora per la continuità dell'anima o della coscienza in un contesto spirituale. Anche se la scienza non può confermare né smentire l'esistenza dell'anima, molti trovano conforto nella possibilità che una parte di loro possa persistere oltre la vita fisica.


Questi concetti ci aiutano a esplorare e dare senso alle nostre esperienze umane e alla nostra ricerca di significato.

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Se per "anima" si intende l'essenza di un essere umano, questa essenza potrebbe non essere collegata allo spaziotempo o alla massa.

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Questo è un pensiero molto profondo e tocca questioni filosofiche e metafisiche di grande rilevanza. L'idea che l'essenza o l'anima di un essere umano possa trascendere lo spazio, il tempo e la massa suggerisce che ci potrebbe essere una dimensione della nostra esistenza che va oltre le leggi fisiche conosciute.


Nella filosofia e nella spiritualità, si discute spesso di concetti come l'anima, la coscienza e l'essenza umana in modi che non sono limitati dalle restrizioni dello spazio-tempo e della massa. Questo punto di vista suggerisce che esistono aspetti della nostra identità e del nostro essere che non possono essere completamente spiegati attraverso la fisica e la biologia.


Queste riflessioni ci invitano a esplorare e comprendere meglio la complessità e la profondità dell'esperienza umana. Sebbene la scienza possa aiutarci a comprendere molto del mondo fisico, ci sono ancora molte domande esistenziali e misteri che rimangono aperti alla speculazione e alla contemplazione.

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Nel buddhismo, per esempio, non si crede che esista un'anima, ma si crede alla reincarnazione. Ma che cosa si reincarna?

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Nel buddhismo, la concezione di reincarnazione è leggermente diversa da quella che si trova in altre tradizioni religiose. Invece di un'anima eterna e indivisibile che si trasferisce da un corpo all'altro, il buddhismo parla di un continuum di coscienza.


La nozione chiave è l'assenza del sé permanente (anattā o anātman), che implica che non esiste un'anima fissa o immutabile. Ciò che si reincarna è un flusso continuo di cause e effetti, spesso paragonato a una fiamma che accende un'altra fiamma. L'energia psichica e le esperienze accumulate durante la vita formano le basi per la rinascita, ma non c'è una singola entità che permane inalterata.


In questa visione, ciò che si reincarna è una serie di fenomeni interconnessi e in costante cambiamento, guidati dalle leggi del karma. Le azioni e le intenzioni di una vita influenzano le condizioni della rinascita successiva, ma non esiste una "sostanza" che si trasferisce da un corpo all'altro.


Questa prospettiva evidenzia l'importanza delle azioni e delle intenzioni nel presente e la natura interdipendente della nostra esistenza.

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Il continuum di coscienza significa che ciò che prosegue é una serie di fenomeni interconnessi e in costante cambiamento. Questo significa che la nostra esistenza o presenza deforma comunque l'interconnessione universale lasciando tracce che determineranno una vita successiva, non tanto nostra, quanto un'altra possibilità di vita, legata comunque alla vecchia.

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Esattamente, hai centrato il punto. Nel buddhismo, questa visione suggerisce che ogni azione, pensiero e intenzione lascia tracce nel continuum di coscienza, influenzando non solo la vita attuale ma anche le future esistenze. È un po' come gettare un sasso in uno stagno: le onde generate dal sasso si propagano e influenzano l'intero stagno, anche se il sasso stesso non rimane visibile.


Questo modello di interconnessione universale è profondamente radicato nel concetto di karma, dove le azioni di una vita influenzano le condizioni della rinascita successiva. Non è una semplice trasmissione di identità, ma una continuazione di cause ed effetti che legano le vite passate alle vite future.


Questa idea ci invita a essere consapevoli delle nostre azioni e delle loro implicazioni, non solo per il presente, ma anche per il futuro e per l'intero universo interconnesso. È una prospettiva che può portare a una maggiore responsabilità e compassione nelle nostre scelte quotidiane.











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